logologologo
  • Home Page
  • Chi siamo
  • Il mondo che vogliamo
    • Vision
    • Mission
  • Blog
  • Newsletter
  • Italiano
    • English
    • Español
logologologo
  • Home Page
  • Chi siamo
  • Il mondo che vogliamo
    • Vision
    • Mission
  • Blog
  • Newsletter
  • Italiano
    • English
    • Español
  • Home Page
  • Chi siamo
  • Il mondo che vogliamo
    • Vision
    • Mission
  • Blog
  • Newsletter
  • Italiano
    • English
    • Español
Featured Image
Benessere olistico della persona, Etica e Rispetto della Natura

Il senso del Luogo

29 Giugno 2020di Redazione3 commenti

Lo scorso 24 giugno Andrea Bianchi – fondatore del Movimento della Bellezza insieme ad Alessandro Gruzza – è stato inviato ad intervenire  come relatore al convegno online dal titolo “Prospettive di cittadinanza globale”. Istruzione, Salute e Benessere, Città e Comunità Sostenibili, sono alcuni dei temi che sono stati trattati durante la serata, in linea con la mission del progetto World Citizen Lab che è promuovere il concetto di educazione alla cittadinanza globale con riferimento agli obiettivi previsti dall’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Andrea è stato invitato in particolare ad intervenire con alcune riflessioni sugli obiettivi “Salute e Benessere”, “Cambiamento climatico” e “Vita sulla Terra” dell’Agenda 2030. Di seguito il testo integrale del suo intervento.

Il senso del Luogo

Salute e benessere, cambiamento climatico e vita sulla terra. Ci sono profonde connessioni tra questi tre grandi temi dell’Agenda 2030, ed una causa comune che sta alla base dei problemi che in relazione ad essi dobbiamo risolvere: la perdita del nostro senso innato del Luogo. Il percorso per arrivare a spiegare cosa intendo mi viene suggerito dalle due più grandi emergenze globali che attualmente stiamo vivendo.

Coronavirus ed emergenza climatica
E’ notizia di qualche giorno fa che – dopo un periodo di riduzione durante il lockdown imposto al mondo intero dalla pandemia di COVID-19 – le emissioni di CO2 nell’ambiente hanno ripreso a crescere a pieno ritmo, facendo registrare nel mese di maggio un nuovo picco di 417,2 parti per milione, 2,4 ppm in più rispetto al 2019, confermando un tasso di crescita medio che è il più alto da quando, nel 1958, la World Meteorological Organization ha cominciato a misurare le emissioni in più di 50 Paesi nel mondo.

Durante il lockdown si era misurata una riduzione globale di emissioni di CO2 pari al 17% circa, ma sul trend globale questa riduzione rischia di essere insignificante, perché è come se stessimo continuando ad accumulare spazzatura in un campo: la riduzione temporanea di un nuovo apporto di rifiuti non cancella i cumuli che nel frattempo si sono formati. Per avere un’idea della gravità di questo “accumulo”, basti pensare che anche se l’umanità fermasse all’improvviso le emissioni di CO2, ci vorrebbero migliaia di anni per riassorbirle completamente negli oceani e tornare ai livelli di concentrazione di CO2 nell’atmosfera pari a quelli dell’era pre-industriale. L’aumento inarrestabile delle emissioni ci sta portando ad un passo da quell’aumento della temperatura media globale di 2°C che è indicato come il punto oltre il quale regioni sempre più ampie della Terra diventeranno inabitabili.

In questo momento dunque, a livello globale, l’umanità sta affrontando sia una grave emergenza climatica, sia una delle emergenze sanitarie di più vaste dimensioni che si possa ricordare nei tempi moderni.
Queste due emergenze hanno a mio parere una causa che le accomuna, oltre ad avere entrambe qualcosa di importante da insegnarci per poterle superare. Vediamo innanzitutto questo secondo aspetto.

La paura fa la differenza
È interessante notare come di fronte a due emergenze di così vasta portata, entrambe potenzialmente distruttive per la nostra specie, la reazione della società e delle sue Istituzioni sia stata molto diversa.

Di fronte all’emergenza clima – nonostante un 2019 contrassegnato dalle grandi marce dei Fridays for Future ispirate da Greta Thunberg – il comportamento delle persone non ha visto in fondo cambiamenti sufficientemente concreti, e l’aumento di emissioni oggetto delle proteste ha proseguito la sua escalation per arrivare oggi ai numeri appena visti.
Di fronte al coronavirus la società – dalle megalopoli a intere nazioni – è stata capace di autoimporsi da un giorno all’altro cambiamenti di stile di vita radicali, adottando il distanziamento, il blocco delle attività produttive, dei trasporti e degli spostamenti a livello globale.

C’è un meccanismo molto antico e ben noto, in grado di spiegare questa differenza di reazione: la percezione del pericolo – e la paura che ne deriva. Mentre il cambiamento climatico – pur prospettando immani cataclismi – non viene in fondo percepito dalle persone come un pericolo imminente, concreto, in grado di minacciare direttamente le proprie vite, il virus è stato subito percepito come una minaccia immediata, presente nelle case e nelle vite di ognuno di noi, resa ancora più temibile dalla sua rapida e onnipervasiva diffusione. È il meccanismo “fight or flight” – “reazione o fuga” – diventato una risposta fisiologica fondamentale nell’uomo e negli animali in milioni di anni di evoluzione. Se vediamo la tigre ruggirci contro a pochi metri da noi, reagiamo immediatamente con la fuga o – se siamo armati e preparati – con l’attacco; ma se ci dicono che un giorno non ben definito – se continueremo ad abbattere la foresta togliendo al felino il suo ambiente vitale – la tigre potrà saltare fuori ed aggredirci, la nostra reazione sarà molto più contenuta, rallentata dall’elaborazione del pensiero e dai suoi tentativi di valutare la convenienza o meno delle nostre azioni. Sembra che biologicamente gli esseri umani non siano – o siano scarsamente – programmati per affrontare i pericoli sulla lunga distanza.

La causa comune
Eppure ad un certo punto la tigre è saltata fuori dalla foresta e ci ha aggrediti: il coronavirus ha fatto il salto di specie. In un mercato cinese di cui quasi nessuno di noi sapeva dell’esistenza, il virus è passato dal pipistrello all’uomo, probabilmente attraverso qualche altro animale selvatico che su quei banchi veniva venduto come commestibile in pessime condizioni igieniche.

L’evento – nelle comunità di scienziati e virologi – era prevedibile e più volte annunciato, compreso il fatto che da questo potesse poi scatenarsi una pandemia; ma era percepito come qualcosa di simile al tracollo climatico: potrebbe accadere, probabilmente accadrà, ma “non ci sta ancora saltando addosso”…
Non è questo però l’unico elemento in comune tra l’emergenza sanitaria da coronavirus e l’emergenza climatica. Le dinamiche che le originano dimostrano che in comune hanno anche la causa che ne sta alla base: la separazione sempre più grande che sta allontanando l’Uomo dalla Natura. La Natura ci ha originati, di essa siamo parte integrante e interconnessa, ma stiamo perdendo la consapevolezza profonda di questa connessione vitale, e come conseguenza non rispettiamo la Natura, le sue forme di vita, l’equilibrio dei suoi Sistemi.

La deforestazione inarrestabile, la perdita di suolo, la crescita continua delle emissioni di gas serra, sono tutti fenomeni causati dalle attività umane e stanno concorrendo alla distruzione della biodiversità: si stima che ogni giorno scompaiano circa cinquanta specie viventi, con un ritmo di estinzione da cento a mille volte più elevato di quello naturale – superiore cioè a quello che la Terra ha vissuto negli ultimi 65 milioni di anni – tanto che scienziati ed esperti ipotizzano da tempo che si sia innescata un’estinzione di massa, la sesta da quando esiste la vita sulla Terra. La biodiversità è la nostra risorsa di vita: tra le altre conseguenze, senza la difesa rappresentata dagli equilibri di una ricchezza biologica fenomeni come la zoonosi – il passaggio di agenti patogeni dalle specie animali all’uomo – diventa sempre più probabile.

L’amore per la vita e il senso del Luogo
Perché rendiamo possibile che tutto ciò accada? Non abbiamo forse gli strumenti adatti che comprendere la distruttività dei meccanismi che stiamo alimentando? Non abbiamo gli strumenti – concettuali., tecnologici – per intervenire?

Nel mio ultimo libro “La via del freddo alla felicità” ho scritto che “sono convinto che il ritorno alla Natura, e in definitiva a noi stessi e al nostro benessere più profondo, non possa avvenire solo in conseguenza di un processo razionale, di comprensione dei benefici e delle necessità che ci conducono ad esso. Se così fosse, avremmo già risolto tutti i nostri problemi, individuali e collettivi, e l’ambiente non sarebbe minacciato, né le forme viventi e la specie umana stessa correrebbero il rischio di estinzione per causa di quest’ultima. La scienza e le tecnologie che da essa derivano ci offrono infatti un’ampia comprensione dei meccanismi che stanno alla base delle grandi crisi globali, e ci indicano le soluzioni da adottare”.

Ciò su cui dobbiamo lavorare è un piano dell’Essere più profondo, quello cioè che riguarda la nostra relazione con l’ambiente naturale, con la Natura, inteso come Luogo in cui viviamo e da cui la nostra vita dipende, in virtù di uno scambio continuo di energie di cui siamo parte integrante. La comprensione di questa relazione energetica e vitale non può avvenire solo sul piano razionale, ma ha bisogno di passare attraverso le emozioni, risvegliando quel “senso innato per le forme viventi” che il biologo Edward Wilson pose alla base dell’ipotesi scientifica della biofilia. “Secondo i più recenti studi questa attrazione per la vita ha non solo costituito il nostro motore evolutivo per milioni di anni, ma oggi – che viviamo in una condizione spesso alienata dalla Natura e dalle altre specie viventi – può rappresentare il punto di partenza necessario per il processo di maturazione psichica di un individuo, e – in definitiva – per il nostro benessere psicofisico”.

Radicamento - foto di Mirko Sotgiu

Tornare a Casa a piedi nudi
Questo senso del Luogo – questa empatia per la vita e le sue innumerevoli forme – ci muove spontaneamente a preoccuparci della salute dell’ambiente e della nostra relazione con esso e con le altre specie viventi che lo popolano; dall’altro lato, invece, non possiamo salvare nulla se prima non lo amiamo.

Esiste, secondo la mia esperienza, un modo molto diretto per riscoprire e riattivare la nostra innata biofilia: entrare direttamente in contatto con la Terra, sentirla con tutti i sensi, emozionarsi per questo sentire. Concretamente, la maniera più semplice e diretta per farlo è togliersi le scarpe e camminare a piedi nudi su un terreno naturale: un sentiero di bosco, una spiaggia bagnata dal mare, un prato coperto di rugiada, o perché no? mettere i piedi scalzi sulla neve appena caduta o immergerli nel fango.
Riappropriarci dell’appoggio dei piedi nudi sulla Terra ha il potere di radicarci – a livello psico- e bio-energetico – nel luogo in cui ci troviamo, di farci percepire la relazione energetica che ci lega ad esso – anche attraverso le sensazioni di caldo e freddo che il terreno trasmette – e di risvegliare in noi qualcosa di molto antico, il gesto con cui milioni di anni fa – dopo essere scesi dagli alberi – cominciammo ad esplorare il mondo: camminare.

Camminare a piedi nudi in Natura è il preludio di un ritorno della nostra vita all’aperto, a contatto con gli elementi naturali – con il caldo come con il freddo, con il sole, il vento e la pioggia – fuori dei nostri gusci di cemento e vetro alimentati di aria condizionata. Allora torniamo consapevoli della necessità vitale di scambiare energia con la Natura, ed ogni azione per la sua salvaguardia sorge spontanea. Comincia un percorso di ritorno alle origini, alla nostra casa primigenia, e con esso la riscoperta di un senso più profondo del nostro essere, in quanto parte di una rete di relazioni da cui ci riconosciamo dipendenti ma nei confronti della quale ci sentiamo anche responsabili. L’urgenza che ci muove è allora qualcosa di più evoluto della fuga o dell’attacco biologici, è quel senso dell’essere parte di qualcosa di più grande di noi che Arne Naess ha definito ecologia profonda. Allora possiamo tornare veramente a noi stessi, e sentirci a Casa in ogni luogo.

Andrea Bianchi

1 Like
Prev
Next

Post correlati

Featured Image
Benessere olistico della persona, Etica e Rispetto della Natura

Il senso del Luogo

29 Giugno 2020di Redazione
Featured Image
Benessere olistico della persona, Eventi

Cammino della Bellezza – 3 e 4 ottobre 2020, Val Canali, Trentino

15 Settembre 2020di Andrea Bianchi

3 comments on this post

  1. Flora Plotegher
    14 Luglio 2020

    Grazie, interessante l’intervento di Andrea e molto belle le foto di Alessandro. Tutto quello che ha scritto Andrea è giusto e pienamente condivisibile. Questa pandemia deve insegnarci il senso di rispetto e di venerazione che dobbiamo avere per la terra e una nuova, o più forte, responsabilizzazione nel nostro modo di vivere. Certo si dovrà lavorare molto per l’equilibrio ecologico fra uomo e natura, oltre che ad investire più risorse nel campo della prevenzione e della cura e meno nella corsa agli armamenti. Purtroppo predominano sempre fortemente interessi economici e politiche di potenza, ma nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa come suggerito in questo bell’intervento.

  2. benedetta
    4 Luglio 2020

    Carissimo Andrea, che bellissime riflessioni, e che bellissime immagini, grazie di condividere il tuo profondo pensiero e le tue esperienze.
    grazie davvero di cuore.
    potremo rifare qualcosa a Cordovado?
    sarebbe bello.
    un abbraccio Benedetta

  3. Lorenza Poli
    3 Luglio 2020

    Ciao Andrea, ciao Alessandro!
    Complimenti per il testo e le fotografie, continui inni alla bellezza! Bravissimi!
    Vorrei segnalarvi questo: sarebbe possibile mettere un “pulsante” condivisione per Facebook quando inviate queste newsletter?
    Mi piacerebbe poterle ri-pubblicare e far conoscere meglio il vostro progetto.

    Grazie e buon fine settimana,
    Lorenza

jointhebeautymovement.com è un sito del Network MountainBlog.

Editore

White&Poles Communication Ltd
Manchester (UK)

Contatti

infoATjointhebeautymovement.com

© 2020 WHITE&POLES COMMUNICATION LTD.

PRIVACY POLICY | COOKIE POLICY

Hey, welcome back!

Lost your password?

Reset Password

Cancel